| 12/05/2018 | |
| CORRIERE DELLA SERA |
Figli e natalità: la Francia con i suoi due bambini per donna non è l’unico modello. Un punto di riferimento sta diventando la Germania. L’esperienza dei tedeschi smonta l’argomento in base al quale i figli non si fanno più per scelta. Per un calcolo egoistico contro cui nulla possono gli sconti sulla retta del nido. Bene, i tedeschi (che pure hanno sempre dichiarato una minore propensione a fare figli rispetto agli italiani) dal 2008 a oggi hanno aumentato il numero dei nuovi nati. Un risultato che vale doppio perché quelli appena trascorsi sono gli anni della crisi. Nel 2008 in Germania il numero di figli per donna era pari a 1,38. Nel 2016 l’indicatore è salito a quota 1,59.
Nello stesso periodo in Italia abbiamo fatto passi indietro: da 1,45 a 1,34.Come evidenzia il rapporto Ermeneia/Assimoco sul welfare per le famiglie, a questo risultato i tedeschi sono arrivati con l’introduzione di misure coordinate e integrate. Interessante è il confronto tra la situazione di Roma e quella di Berlino. Mentre Milano negli anni della crisi ha mantenuto un numero di figli per donna stabile e comunque superiore alla media del Paese (oggi pari a 1,42), Roma risulta la città in cui il numero di figli per donna è peggiorato di più, sia rispetto all’Italia che rispetto alle altre capitali europee. Detto in numeri: la Capitale è passata in otto anni da 1,50 a 1,33 figli per donna. Intanto a Berlino nello stesso periodo si è saliti da 1,29 a 1,56 figli per donna. Qui l’amministrazione locale fornisce voucher per pagare i nidi. «Gradualmente il servizio, di qualità elevata, sta diventando gratuito per tutti», spiega Alessandro Rosina, demografo della Cattolica di Milano. Si dirà: l’operazione costa. Ma la spesa educativa pubblica per l’infanzia in Italia è pari allo 0,5% del Pil contro lo 0,8 della media Ue. È arrivato il momento di colmare il divario?
