Il vero successo di Expo lo decideranno i bambini

Ci sono molti modi per valutare se l’Esposizione Universale di Milano alla fine avrà avuto successo e sulla rilevanza della sua eredità, che non dipende solo dalla destinazione di spazi e strutture ma, ancor più, dal segno che lascerà nell’immaginario individuale e collettivo

Chissà se con Expo riusciremo a ritrovare un po’ di orgoglio italiano. L’orgoglio che deriva dalla consapevolezza di vivere in un contesto unico e possedere doti non facilmente imitabili. Al contrario di altri popoli, siamo molto bravi a riconoscere e a sottolineare i nostri limiti, ma molto meno a valorizzare quello che di buono abbiamo e siamo. Non si tratta di nascondere i difetti ma di dare il giusto riconoscimento e incoraggiamento agli aspetti positivi e di metterli nella luce giusta.

Siamo un paese difficile da capire e da raccontare oltre gli stereotipi, pieno di contraddizioni e complicazioni. E’ però anche vero che siamo pieni di cose che gli altri ci invidiano e che noi troppo spesso diamo per scontate. Il gusto del bello, la bellezza sia del paesaggio naturale che dell’arte, il piacere del cibo e il valore delle relazioni umane, costituiscono una combinazione unica che non ha nessun’altra nazione.

Gran parte dei visitatori stranieri di Expo 2015 verranno in un paese in cui si vive più a lungo del proprio. Siamo però anche il paese che meno sta investendo sulle nuove generazioni, quello con combinazione negativa più accentuata di riduzione di quantità e qualità dei più giovani. Expo 2015 ci aiuterà a riacquistare visione del futuro e a fare scelte più virtuose nei confronti delle generazioni future? L’Italia prima ancora di non essere un paese per giovani, non è un paese per bambini. Questa è una delle tante contraddizioni che ci connotano. Siamo fortemente iperprotettivi verso i nostri figli ma abbiamo poco sviluppato il senso delle nuove generazioni come bene comune a cui destinare attenzione e risorse pubbliche. Non a caso siamo uno dei paesi avanzati che meno sostengono le famiglie con figli, con più alto rischio di povertà per le coppie che vanno oltre il secondo figlio, con meno diffusa e accessibile rete di servizi per l’infanzia.

Ci sono molti modi per valutare se l’Esposizione Universale di Milano alla fine avrà avuto successo e sulla rilevanza della sua eredità, che non dipende solo dalla destinazione di spazi e strutture ma, ancor più, dal segno che lascerà nell’immaginario individuale e collettivo. Il dato più importante allora, più che il saldo economico tra uscite ed entrate, sarà l’impressione con cui se ne andranno i visitatori stranieri. Se torneranno nel loro paese con l’esperienza di una città che ha saputo essere all’altezza della aspettative, e riservare magari in più anche qualche sorpresa positiva, allora Expo 2015 sarà stata vincente. Ma ancor più importante del giudizio dei turisti stranieri è forse il ricordo dell’Esposizione Universale che rimarrà stampato nella memoria dei bambini milanesi. I nostri figli cresciuti in periodo di crisi, in un opprimente clima di sfiducia e incertezza, ricorderanno questo evento come una grande festa globale organizzata a casa propria e alla quale la loro città si è presentata nella sua veste migliore. Sentiranno l’orgoglio di aver visto Milano mettersi al centro del mondo e confrontarsi con le sfide e i temi più alti del proprio tempo. Consolideranno l’idea che, nonostante tutto, questo paese ha qualità e potenzialità per raggiungere mete ambiziose. Expo 2015 sarà un successo se tutto questo potrà davvero verificarsi, magari assieme alla presunzione di poter fare ancora meglio quando toccherà a loro organizzare qualcosa di importante.

Rispondi

  • (will not be published)