Estratto
Fare figli non dovrebbe essere una scelta privata? «Diventare genitori non è più un imperativo biologico o morale, ma una scelta ed è giusto che sia così. Sappiamo però che il numero ideale di figli per gli italiani è ancora due, mentre il tasso medio di fecondità si ferma a 1,18. Non è una rinuncia volontaria, è il risultato di lavoro precario, case care e servizi per l’infanzia insufficienti. L’incertezza spinge molte coppie a rimandare l’arrivo di un figlio e poi a rinunciare. Dove, grazie a solide politiche, il tasso di fecondità è poco sotto due, la popolazione tende, in combinazione con flussi migratori positivi, a mantenere una certa stabilità. Come in Francia o nei Paesi scandinavi».
La stessa incertezza che spinge molti giovani a lasciare l’Italia. «Negli ultimi dieci anni oltre un milione di under35 è espatriato, non per pigrizia ma per mancanza di opportunità e riconoscimento. Chi parte è spesso laureato, qualificato, motivato. Perdiamo infermieri, ingegneri, ricercatori… Perdiamo persone nella fascia attiva e perdiamo innovazione». E non sembrano molti i giovani che si interessano attivamente di politica. «I giovani italiani non sono apatici, sono disillusi. Partecipano meno ai canali tradizionali, come partiti e sindacati, ma più nel volontariato, nei movimenti ambientali, in rete. Il problema è che non trovano spazi di fiducia e rappresentanza. Il vero atto di responsabilità delle generazioni adulte è restituire ai giovani la possibilità di costruire il proprio futuro, non di subirlo»
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