Affrontare il crollo demografico italiano. La ricetta di Rosina

05/07/2019
IL FOGLIO
Affrontare il crollo demografico italiano. La ricetta di Rosina IL FOGLIO

Più decessi che nascite, più ottantenni che neonati, più figli unici che secondogeniti: è ciò che attesta l’ultimo rapporto annuale Istat del 3 luglio. Un quadro tragico per l’Italia, fatto di record in negativo per natalità e demografia. Dal 2014 la popolazione è scesa di 677mila cittadini (- 4 per cento). In costante preoccupazione per la crescita del pil del paese, ci si dimentica – se non all’indomani delle statistiche – della rilevanza che una consistente popolazione attiva ha per l’economia stessa.

Il professore Alessandro Rosina, docente di Demografia alla facoltà di Economia dell’Università Cattolica ha analizzato questo fenomeno su Cattolica News: “Una delle obiezioni più comuni rivolte a chi si preoccupa della bassa natalità è che se la popolazione diminuisce, in un mondo che invece cresce, non sia così grave”. Per molti, infatti, il sovrappopolamento rappresenta uno dei problemi cruciali del nostro secolo ma il calo delle nascite, contrariamente a quello che si potrebbe pensare, non una soluzione perché sottrae proprio la fetta di popolazione più “socialmente utile” in potenza, poiché impiegabile lavorativamente.

“La diminuzione delle nascite – prosegue Rosina – non fa diminuire la popolazione in modo proporzionale a tutte le età, la erode dal basso. Ciò che quindi accade è che a fronte di una longevità che si estende, si riduce la consistenza delle nuove generazioni. Aumenta così il peso della popolazione più vecchia, producendo squilibri generazionali che più si allargano e più costituiscono un freno alla crescita economica e alla sostenibilità del sistema sociale”.

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