Chi non studia e non lavora rischia di disertare

28/08/2022
Chi non studia e non lavora rischia di disertare AVVENIRE - 28 Agosto 2022

Estratto.

Due mondi che non comunicano e che appaiono sempre più distanti. «La crescita della disaffezione dei giovani verso la politica è una costante degli ultimi rapporti che abbiamo realizzato per l’Istituto Toniolo» spiega Alessandro Rosina, demografo dell’Università Cattolica e tra i curatori del progetto. L’immagine che si proietta sulla condizione giovanile si può guardare da due prospettive opposte: la lontananza, sempre più palese, degli under 30verso chi ha responsabilità pubbliche, in primis i partiti; la difficoltà, di converso, delle forze politiche nel trovare soluzioni efficaci al disagio dei nuovi elettori.

Professor Rosina, in uno dei vostri ultimi rapporti, alla voce “partecipazione politica”, si sottolinea come, in occasione di una recente consultazione elettorale, un giovane su cinque si dicesse «certo» di non recarsi alle urne, mentre solo uno su due dichiarava di voler votare. Cosa prevede, in vista del 25 settembre?

L’Italia è un Paese che da troppo tempo non fa politiche efficaci per le nuove generazioni e questo fattore pesa molto nella valutazione dell’attuale classe dirigente. Critica e distacco sono gli atteggiamenti prevalenti di giovani e giovanissimi, per una politica che li ha fatti arrabbiare. È vero, una minoranza secondo i nostri studi non sta neppure prendendo in considerazione la possibilità di un voto, perché non trova alcuna sintonia con l’offerta elettorale dei partiti che, d’altra parte, hanno un consenso sempre più basso. I leader politici, da un decennio a questa parte, non trovano le parole giuste e non riescono a coinvolgere questo tipo di elettorato, perché lanciano messaggi dall’alto senza mostrare di sapere quali sono i veri bisogni.

(…)

Quanto pesano, su questo disamoramento, le dinamiche imposte dai social? Hanno avuto ed hanno un impatto rilevante, perché rendono tutto più fluido: valori, scelte, appartenenze. Conta meno il posizionamento ideologico, la divisione tra destra e sinistra. Per i giovani conta soprattutto la dimensione tra passato e futuro: si sceglie chi dà più opportunità. Contano temi “alti”, come ambiente, disuguaglianze, e concreti come lavoro, casa. Se non arrivano risposte su questi temi, l’atteggiamento dei giovani è presto detto.

Quale sarà?

Sarà la scelta della fuga all’estero, visto come posto in cui costruire il proprio futuro.