Crisi demografica, Rosina: “La denatalità grande questione rimossa del nostro Paese”

20/01/2022
RAI NEWS
Crisi demografica, Rosina: “La denatalità grande questione rimossa del nostro Paese” RAI NEWS

“L’Italia è uno dei paesi in cui la fecondità da più lungo tempo si trova su valori particolarmente bassi. Da oltre 35 anni il numero medio di figli per donna è sotto 1,5, quindi molto sotto la soglia di 2 che consente un adeguato equilibrio tra generazioni”. La conseguenza? “Il nostro paese è stato il primo al mondo in cui gli under 15 sono diventati di meno degli over 65”. È questo l’incipit con cui Alessandro Rosina, ordinario di Demografia all’Università Cattolica di Milano e autore del libro Crisi demografica. Politiche per un paese che ha smesso di crescere, (Vita e Pensiero, 2022), comincia a rispondere alle domande su come e perché l’inverno demografico stia diventando un tema urgente nel nostro paese.

“I nuovi nati sono circa 550 mila in meno degli attuali 50enni, 350 mila in meno dei 65enni, 100 mila in meno degli 80enni”, sottolinea Rosina, snocciolando numeri. “Va poi considerato che la denatalità tende ad autoalimentarsi innescando un processo di avvitamento continuo verso il basso: le poche nascite passate riducono la popolazione oggi, nell’età in cui si forma una propria famiglia, con conseguente riduzione sulle nascite future”.

Lei scrive che entro il 2050 la popolazione in età attiva potrebbe ridursi di oltre 8 milioni di persone. Quali sarebbero gli effetti sul sistema di welfare pubblico e quale impatto economico e sociale?

“La denatalità va progressivamente ad erodere la componente attiva che nel paese produce ricchezza e che consente di finanziare e far funzionare il sistema di welfare pubblico. La carenza di risorse, come conseguenza di più debole crescita e maggior spesa per le voci che riguardano le generazioni anziane, può rendere meno generosi gli investimenti verso le nuove generazioni – formazione, welfare attivo, strumenti di autonomia e politiche familiari – tanto più in un paese con alto debito pubblico. La crisi rischia, quindi, di vincolare progressivamente il paese in un percorso di basso sviluppo, basse opportunità e basso benessere”.

Papa Francesco ne ha parlato durante l’Angelus, il Presidente Mattarella affronta la questione anche in occasione del suo discorso di fine anno, definendo l’inverno demografico “uno degli aspetti più preoccupanti della nostra società”. Eppure dalla politica e dai media l’argomento è trattato tiepidamente. Qualche annuncio a ridosso dell’uscita dei dati Istat, poi il silenzio. Perché?

“È la grande questione rimossa del nostro Paese. Quando escono i dati Istat sulle nascite in continua riduzione non mancano i titoli di forte preoccupazione sui media, ma dal giorno dopo il tema scivola sistematicamente ai margini del dibattito pubblico. La politica italiana, più che negli altri paesi con cui ci confrontiamo, ha uno sguardo corto, che fatica ad andar oltre il consenso da ottenere nelle prossime elezioni”.

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