Gioventù sprecata

08/02/2021
Gioventù sprecata LA REPUBBLICA

Prendete 6 miliardi e bruciateli. Oppure moltiplicate per due gli investimenti in università e ricerca di quest’anno e usateli per imballare un reso Amazon. Non è una challenge per ricchi annoiati, ma quello che ha fatto l’Italia, uno dei paesi più vecchi e indebitati d’Europa, nel 2019. Come? Lasciando che la sua meglio gioventù se ne andasse o sprecasse i suoi talenti in attesa di un lavoro. Una dilapidazione del capitale umano che non possiamo permetterci. Se i giovani se ne vanno chi pagherà le pensioni, il welfare e il debito pubblico?

“L’Italia è una delle economie avanzate che maggiormente sono entrate in questo secolo pretendendo di crescere lasciando ai margini i giovani”, afferma il prof Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano. “E così – sottolinea Rosina – siamo cresciuti meno degli altri e abbiamo anche depotenziato le energie e le intelligenze nuove da mettere a servizio di una crescita solida e competitiva presente e futura”.

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“Una società che disinveste sulla presenza quantitativa e qualitativa dei giovani si trova, quindi, fatalmente a veder ridurre la propria capacità di crescita, ad allargare squilibri demografici e diseguaglianze sociali – afferma il professor Alessandro Rosina. Per uscire dalla spirale negativa è necessario cambiare strategia di sviluppo del paese, non costringendo i giovani ad adattarsi al ribasso a quello che l’Italia oggi offre, come fatto sinora, ma consentendo all’Italia di crescere al meglio di quanto le nuove generazioni possono dare”.