L’impatto della pandemia sulla demografia

14/12/2020
VITA MAGAZINE
L’impatto della pandemia sulla demografia VITA MAGAZINE

Ve la ricordate l’ironia di marzo? Ci sarà un baby boom figlio del lockdown. C’è voluto poco per capire che le cose stavano andando diversamente e che la convivenza forzata più che far volare il desiderio ha fatto aumentare le crisi di coppia (ovvio che l’impatto sui concepimenti potrà essere misurato a nove mesi di distanza, quindi sull’andamento delle nascite da dicembre 2020 in poi, benché i dati parziali sui primi otto mesi dell’anno evidenziano già una riduzione di oltre 6.400 nati rispetto allo stesso periodo del 2019). Non contenti, ci hanno riprovato con le vignette sul cenone di San Silvestro da consumare obbligatoriamente in camera. Ora lo dicono anche i dati: «le prime evidenze disponibili mostrano il prevalere di una combinazione di difficoltà e incertezza che tende ad indebolire le scelte di impegno positivo verso il futuro, in particolare quella di avere un figlio», si legge nel Primo rapporto del Gruppo di esperti “Demografia e Covid-19” intitolato L’impatto della pandemia di covid-19 su natalità e condizione delle nuove generazioni che è stato presentato oggi.

«La demografia è uno dei principali ambiti colpiti dalla pandemia, sia per l’effetto diretto sull’aumento della mortalità, sia per le conseguenze indirette sui progetti di vita delle persone. Inoltre, come ben noto, la situazione del nostro paese risultava su questo fronte già da molto tempo particolarmente fragile e problematica. Il maggior invecchiamento della popolazione ci ha resi maggiormente esposti alla letalità del virus. I fragili percorsi formativi e professionali dei giovani in Italia (soprattutto se provenienti da famiglie con medio-basso status sociale), i limiti della conciliazione tra vita e lavoro (soprattutto sul lato femminile), l’alta incidenza della povertà per le famiglie con figli (soprattutto oltre il secondo), con il contraccolpo della crisi sanitaria rischiano di indebolire ancor di più la scelta di formare una propria famiglia o di avere un (altro) figlio. Anche l’aumentato del senso di incertezza va in tale direzione», scrive Alessandro Rosina nell’introduzione del poderoso rapporto. «Le conseguenze dell’impatto della crisi sanitaria potrebbero portare – come già accaduto con la recessione del 2008/2013 – ad un adattamento al ribasso, andando così ad accentuare in modo insanabile squilibri demografici incompatibili con uno sviluppo futuro solido del nostro paese».

 

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