L’Italia non è un Paese per giovani

12/10/2016
L'ECO DI BERGAMO
L’Italia non è un Paese per giovani L'ECO DI BERGAMO

In pochi anni la parola Neet (acronimo di «Not in Education, Employment or Training») è divenuta in uso anche in italiano, a indicare i giovani che invece di proseguire gli studi o di trovarsi un lavoro rimangono sospesi in un limbo piuttosto malinconico (in Italia, tra gli under 30, sono all’incirca 2,4 milioni: in valori assoluti, un record in Europa). Aveva appunto come titolo «Il Paese che non cresce. Neet: una fotografia italiana» l’incontro che si è tenuto lunedì sera nell’auditorium del Liceo Mascheroni, nell’ambito della rassegna delle Acli «Molte fedi sotto lo stesso cielo»; in dialogo con Giorgio Caprioli, della Cisl, sono intervenuti l’economista Alberto Berrini e Alessandro Rosina, ordinario di Demografia all’Università Cattolica di Milano nonché autore del volume «Neet. Giovani che non studiano e non lavorano» (Vita e Pensiero).

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