L’Italia sta affrontando una crisi demografica

18/01/2024
Al Jazzera
L’Italia sta affrontando una crisi demografica Al Jazzera

(Estratto) Roma – Sembra che l’inverno demografico italiano sia diventato una stagione molto buia e fredda dopo che il numero delle nascite nel 2022 è sceso sotto le 400.000 per la prima volta dall’unificazione del Paese nel 1861, a fronte dei circa 700.000 decessi nello stesso anno.

Il Centro italiano di statistica ha lanciato un allarme nel suo ultimo rapporto, indicando che la popolazione totale ha continuato a diminuire nel corso degli anni, e il numero di persone di età superiore ai 65 anni ha superato il numero di persone di età inferiore ai 25 anni. Questa realtà negativa si prevede che avrà effetti negativi sull’economia italiana (…)

Il Paese dovrà stanziare sempre più risorse per sostenere gli anziani e in cambio avrà meno risorse da investire nel miglioramento della produttività, nella crescita dell’occupazione e nello sviluppo. (…)

Il professor Alessandro Rosina, docente di Demografia all’Università Cattolica di Milano, ha detto in un’intervista ad Al Jazeera Net che la spesa pubblica per pensioni, cure e assistenza per gli over 65 è in crescita. Diminuisce, invece, la componente demografica che genera ricchezza, sviluppo e innovazione e rende sostenibile il sistema di welfare. Ha aggiunto che il pericolo che l’Italia deve affrontare è che il rallentamento della crescita economica porti ad un aumento del peso del debito pubblico e aggraverà la fragilità e la disuguaglianza tra i vari gruppi sociali. (…)

Il rapporto del Centro Italiano di Statistica ha evidenziato anche il calo del tasso di fertilità tra le donne italiane a livelli record nel 2022, raggiungendo l’1,24% di figli per donna, mentre l’età in cui le donne italiane danno alla luce il primo figlio è diventata la più alta d’Europa (31,6 anni). .

Il rapporto ha inoltre indicato che questa tendenza si applica anche alle donne di origine straniera, indicando una diminuzione del numero di nascite da coppie con almeno un genitore di origine straniera (il numero di queste persone nel 2022 ha raggiunto circa 82.216 nascite, ovvero Il 20,9% del totale delle nascite nel Paese).

A questo proposito, il demografo Rosina ha dichiarato ad Al Jazeera Net che “il tasso di fertilità delle donne immigrate in Italia rimane molto più alto di quello delle donne italiane, anche se di per sé sta diminuendo”. Rosina ha osservato che molte famiglie immigrate, comprese quelle arabe e musulmane, tendono a ridurre il numero di figli rispetto al Paese di partenza per poter destinare maggiori investimenti alla loro istruzione e al successo sociale. (…)

Nei mesi scorsi il governo italiano ha approvato un pacchetto di misure con l’obiettivo di realizzare un nuovo bilancio demografico stanziando una somma di due miliardi e 500mila euro, per aumentare gli asili nido abilitati alla cura dei bambini, ridurne le rette ed esentare le aziende dalle imposte dovute dalle madri lavoratrici che hanno almeno due figli (fino all’età di 10 anni).

Tuttavia, afferma Matteo Villa (ISPI), “è difficile valutare l’impatto che potrebbe derivare dallo stanziamento di soli due miliardi e 500mila euro a questo scopo, soprattutto perché il valore di questi stanziamenti verrà speso in due anni se si tiene conto che il bilancio dello Stato vale 870 miliardi di euro.” Il valore di questi stanziamenti non supera lo 0,1% del totale degli impegni di spesa compresi nel bilancio annuale, e questo è insufficiente.”

Il professor Rosina ritiene positivo il messaggio lanciato dalla Meloni, secondo cui la crisi demografica è una priorità assoluta per il suo lavoro, ma con riserva sull’efficacia dell’azione, «richiede anche, e con urgenza, lo stanziamento di ulteriori risorse investimenti che lavorano innanzitutto per rafforzare l’indipendenza dei giovani dalle loro famiglie di origine e per responsabilizzarli”. Dalla ricerca di un alloggio e di un lavoro alla creazione di nuove famiglie. (…)