Mappa Celeste il progetto che ci orienta sul buono che c’è

28/10/2020
STARTUP ITALIA
Mappa Celeste il progetto che ci orienta sul buono che c’è STARTUP ITALIA

Si chiama Mappa Celeste e nelle parole di chi l’ha fondata – il docente universitario di Demografia e Statistica Sociale, nonché scrittore Alessandro Rosina – vuole essere il luogo dove “ciascuno di noi è una stella che si impegna per rimanere accesa e fare costellazione, dunque segnare la rotta a un Paese che vuole rigenerarsi”, dice in uno dei tanti video con cui aggiorna il progetto. Nella lettura di un uomo avvezzo a divulgare il Paese che c’è e che ci sarà, si ritrova una diffusa domanda di futuro – “una domanda di futuro desiderabile”, la definisce il professore -, ma anche una diffusa incertezza su quali siano le scelte per generarlo per davvero.

È proprio per farlo nascere, questo futuro, che a ogni solstizio ed equinozio Mappa Celeste lancia una maratona notturna online, aperta a tutti, in cui chiunque stia agendo concretamente su un territorio con progetti significativi, inclusivi, rigenerativi è invitato a parlarne e a raccontare cosa serve perché nell’Italia di domani la sua esperienza possa diventare sistema. “Abbiamo scelto la notte per uscire dal presentismo che ci chiude lo sguardo e guadagnare, simbolicamente, un nuovo tempo in cui poter raccontare storie di trasformazione ed evocare scenari diversi”, dice Maria Chiara Prodi, vicepresidente di Mappa Celeste, che vive a Parigi, dove è coordinatrice artistica dell’Opéra Comique.

Una maratona nottura di storie di inclusione
Tra le storie raccontate capaci di accendere luci nella notte, c’è per esempio quella di Pasquale Corvino, progettista software che, puntando su inclusione e legalità, nel casertano si adopera per dare un lavoro dignitoso alle persone in difficoltà e quella del maestro in pensione Antonio La Cava, che ha trasformato una vecchia Ape in una biblioteca mobile con cui porta libri ai bambini dei paesi sperduti della Lucania; c’è la storia degli Atipici Rugby, che a Bari fanno del campo sportivo un territorio di inclusione sociale, e quella di Maria Pia Gandini, che a Milano crea cori e orchestre di bambini e ragazzi in un quartiere complesso… Ma c’è anche chi si adopera perché i figli delle coppie lgbt possano essere riconosciuti da entrambi i genitori, chi recupera un immobile del Comune in decadenza per trasformarlo in centro culturale, chi promuove l’economia dell’idrogeno verde come opportunità di auto sostentamento locale… “Nelle organizzazioni del Terzo settore, certo, ma anche nella società e nei territori c’è ormai una forte energia di trasformazione: continueremo a organizzare maratone, per fare conoscere le esperienze positive di chi sta già innovando socialmente e a creare le condizioni perché diventino sistemiche, a intrecciare contatti e legami sul territorio e proiettare sguardi verso il futuro”.

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