| 26/09/2025 | |
| L'ESPRESSO - 26 Settembre 2025 |
L’effetto-snowball (“palla di neve”) è innescato e non si riesce più a contenerlo. È la vera emergenza del XXI secolo, alla pari del cambiamento climatico e delle minacce alla sicurezza. Le cifre sul decremento demografico e le conseguenze devastanti sull’economia continuano a peggiorare. L’Italia è il caso più vistoso: nel 2024 sono nati 370mila bambini, secondo le stime dell’Istat, un calo del 2,6 per cento rispetto all’anno precedente (circa 10mila nuovi nati in meno), ma rispetto al 2008 parliamo di oltre 200mila nuovi nati in meno. Dai quasi 577mila di allora ai 370mila attuali, un calo del 35,8 per cento. Il numero delle morti (649mila) è in diminuzione rispetto al 2023 (12mila in meno) ma è evidente lo squilibrio. E per il 2025 le proiezioni sono per un ulteriore peggioramento. «L’andamento è in linea con quanto accade nel resto del mondo ma con un’accelerazione più accentuata rispetto agli altri Paesi», spiega Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale nella facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano. In Italia, il “tasso di fecondità” è ormai sceso a 1,19 figli per donna, rispetto a un tasso di ricambio generazionale che non dovrebbe andare sotto i 2,1. «L’Italia – dice Rosina – complessivamente perderà 4,3 milioni di abitanti nel prossimo quarto di secolo, dal 2025 al 2050. Di questi, 3,3 li perderà il Mezzogiorno, dove gli over 65 aumenteranno del 26 per cento (ovvero se ne aggiungerà oltre 1 su 4), mentre la fascia in età lavorativa, dai 20 ai 64 anni, si ridurrà di circa il 30 per cento (ovvero se ne perderà quasi 1 su 3)». Sicuramente l’allungamento della vita media (oggi le aspettative alla nascita in Italia sono di 81,4 anni per gli uomini e 85,7 per le donne) è un’ottima notizia, segno dei miglioramenti nella medicina, la prevenzione, l’assistenza. Ma, proprio perché tutte queste cose costano, e sempre di più, l’esborso economico pubblico aumenta esponenzialmente.


