Milano, gli effetti del Covid: abitanti di nuovo in calo e aumento dei single

21/03/2021
CORRIERE DELLA SERA
Milano, gli effetti del Covid: abitanti di nuovo in calo e aumento dei single CORRIERE DELLA SERA

Il quartiere con la più alta densità di famiglie numerose? Parco delle Abbazie. Quello con la percentuale più alta di anziani over 85? Mecenate. Dove ci sono più bambini in età nido? Selinunte. Più coppie sposate? Ronchetto delle Rane. La patria dei single? Loreto. Demografia for dummies. Palazzo Marino mette sul sito la mappa interattiva dei quartieri della città rendendo accessibili a tutti la grande mole di open data pubblicati in questi anni. Si può modellare la mappa attraverso la lente del numero di residenti di ciascuna zona del decentramento o di ognuno degli 88 quartieri. Oppure si possono approfondire le fasce d’età: bambini in età per il nido, per la materna; grandi anziani (sopra gli 85 anni); over 65 ogni cento giovani under 14. Altra opzione è rappresentata dai nuclei familiari. E allora il setaccio che darà forma alla città potrà essere la percentuale di coppie sposate con figli; le famiglie monogenitoriali; la quota di single; le famiglie numerose. Stessa operazione e analoga mappa è stata creata per una materia particolarmente ostica come il bilancio.

Accanto alle curiosità e alle semplificazioni è però possibile ricavare una serie di osservazioni per capire dove sta andando la città alla luce della pandemia che ha modificato radicalmente la componente demografica di Milano con la scomparsa di una generazione di persone anziane e con effetti diversi sui diversi strati della popolazione. Perché tra i tanti effetti negativi c’è anche quello del salto all’indietro dei residenti. A fine 2019, con un trend in crescita si era appena superata la soglia psicologica del milione e 400 mila abitanti (1 milione e 404.431 per la precisione). Il 2020 ha riportato indietro la lancetta al 2018 (1 milione e 392.502). «Il mio timore è che Milano abbia concluso un percorso — commenta Alessandro Rosina, professore di demografia e statistica alla Cattolica — quello, per intendersi, avviato con Expo dove la città, quasi in controtendenza rispetto al resto d’Italia, attraeva e aumentava dal punto di vista demografico. Questa fase è finita. Siamo entrati in una realtà in cui diventerà quasi la norma poter studiare a distanza, senza vivere la città. Stesso discorso per molte aziende che si stanno attrezzando con lo smart working». Per Rosina, la sfida che Milano deve affrontare è radicale: «Le persone venivano a Milano perché la città offriva una serie di opportunità che non si trovavano altrove e richiedevano la presenza. Ora la città deve essere attrattiva non solo per il lavoro o lo studio, ma per qualità della vita».

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