Nasce la «Fondazione per la natalità»

16/03/2022
CORRIERE.IT
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Fatta l’Italia, si trattava soltanto di generare nuovi italiani. Ma parliamo di 160 anni fa, di quando eravamo poco più di 22 milioni: quasi un quarto della popolazione attuale. Invece, è notizia di un paio di giorni fa, nel nostro Paese erano 160 anni, appunto, che non si registrava una riduzione così evidente (sotto le 400 mila) delle nascite. Nel 2021 sono state registrate soltanto 339.431 nuove culle. Che fare, allora? «Basta chiacchiere. Da oggi vogliamo lanciare un nuovo modo di parlare di natalità. E ciascuno, a partire dalla politica, deve assumersi seriamente le proprie responsabilità. È necessario che vengano utilizzate le risorse del Pnrr per politiche concrete di rilancio della natalità, sia in Italia, sia in Europa», ha spiegato Gigi De Paolo, presidente nazionale del Forum delle Associazioni Familiari, presentando la «Fondazione per la natalità» — il cui obiettivo è trovare soluzioni urgenti contro il calo demografico —- intervenendo, martedì 15 marzo, nel web-talk «Dalle culle vuote alla ripartenza del Paese», trasmesso in diretta streaming dall’Ospedale dei Bambini Vittore Buzzi di Milano – ASST Fatebenefratelli Sacco.

Puntare su giovani e donne
Nel corso dell’incontro, promosso anche grazie al contributo di Sfera MediaGroup – la divisione infanzia di Rcs MediaGroup, e il supporto dell’associazione Ospedale Bambini Buzzi Milano, si è cercato di dare voce all’intero sistema Paese. «Per ripartire e poter immaginare un futuro bisogna rimettere al centro i giovani e le donne, ma soprattutto i bambini. Compito dei media è quello di favorire una nuova narrazione della famiglia realistica e non stereotipata o idealizzata», fa sapere Chiara Bidoli, direttrice delle testate «Io e il mio bambino», «Style Piccoli» e «Quimamme».

In attesa degli Stati generali
Per il demografo Alessandro Rosina è necessario passare «Dall’essere stati nei decenni scorsi i peggiori nelle azioni di sostegno alla scelta di avere un figlio, a esempio europeo da seguire nelle politiche a favore delle famiglie e delle nuove generazioni». «Ma forse sarebbe meglio collegare il termine generare al termine sperare: chi non genera non spera e chi non spera non genera», ha commentato lo scrittore Alessandro D’Avenia, editorialista del Corriere della Sera, proponendo un cambio di prospettiva ad un problema intorno al quale saranno convocati, il 12 e 13 maggio prossimi, gli «Stari generali della natalità», il cui titolo della seconda edizione sarà, «Si può fare».

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