Per i ventenni costruirsi un futuro è diventato più difficile

09/05/2022
Per i ventenni costruirsi un futuro è diventato più difficile L'essenziale

“Un paese che trasforma le nuove generazioni da motore della crescita e dell’innovazione a costo sociale è una nazione che sta sprecando una risorsa preziosa”, dice Alessandro Rosina, docente di demografia e statistica all’università Cattolica di Milano. Questo è ancora più importante per paesi come l’Italia, dove la popolazione non cresce e, anzi, invecchia, e deve contare sulle fasce di popolazione attiva (cioè che lavora) per finanziare sanità, assistenza e previdenza. A lungo termine infatti “le nazioni che non riescono a formare bene i giovani e valorizzarli nel mondo del lavoro rischiano squilibri demografici e un sistema di welfare non sostenibile”, avverte Rosina.

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Un processo di “degiovanimento”, come lo chiama Rosina, sta interessando l’Italia: ci sono meno giovani e la loro funzione è anche indebolita. Bisognerebbe investire di più in ricerca e sviluppo, ambiti in cui l’Italia spende meno della media europea (1,4 per cento del pil contro il 2,1 della media dei paesi dell’Unione europea e 2,5 per cento di quelli dell’Ocse), di conseguenza non vengono create nuove opportunità di lavoro. L’Italia resta inoltre fanalino di coda tra i paesi Ue per quanto riguarda gli studi universitari, con solamente il 29 per cento di laureati tra i 25 e i 34 anni.