ESTRATTO:
C’è un dato che spiega bene il progressivo e inesorabile processo di invecchiamento della popolazione. «Nel 1950 l’italiano tipo era un trentenne — spiega Alessandro Rosina, professore di demografia e statistica sociale alla Cattolica di Milano — oggi è un 55enne e nel 2050 sarà un 75enne, cioè questa sarà la fascia d’età con più popolazione in Italia». Tutto questo ha già, e avrà ancora di più in futuro, effetti sui consumi e sulle necessità finanziarie degli italiani, temi su cui ci si è interrogati ieri a Repubblica delle Idee, con due incontri moderati dal vicedirettore di Repubblica Walter Galbiati. Alla riduzione del numero dei giovani, che ha sempre sostenuto lo sviluppo delle società in passato, «oggi rispondiamo con approcci di breve periodo, come il bonus bebè, che non servono assolutamente a nulla — segnala Mauro Lusetti, presidente di Conad — così come non serve affrontare il problema dei migranti come un tema di ordine pubblico, mentre queste persone potrebbero modificare la curva demografica» (…)