Presentazione della nuova Guida di RdS all’università Cattolica, per fare “cultura” dello stage

La Guida Best Stage è dedicata ai giovani – pensata e scritta per loro. Un vademecum che ha lo scopo di fornire informazioni sintetiche e precise su alcuni temi ricorrenti nel momento di ingresso nel mondo del lavoro: offre chiarimenti sui diritti e i doveri degli stagisti, risponde ai dubbi più frequenti, e fa conoscere un pezzetto della cosiddetta “parte datoriale” (cioè i “datori di lavoro”) che si impegna a garantire buone condizioni di ingresso ai giovani facendo parte dell’RdS network.

Per tutte queste ragioni, il luogo perfetto per presentare questa Guida è… in mezzo ai giovani! E dove se non in una università? Venerdì 10 marzo nel primo pomeriggio ci sarà la presentazione della Guida Best Stage 2023 all’università Cattolica di Milano. L’evento è inscritto tra le attività di orientamento gestite dal Servizio Stage & Placement dell’ateneo, e viene gentilmente “ospitato” in una delle ore di lezione del professor Alessandro Rosina, ordinario di Demografia alla Facoltà di Economia e direttore del Laboratorio di statistica applicata alle decisioni economico aziendali.

«In Italia troppi giovani si perdono nella transizione scuola-lavoro» riflette Rosina, ricordando che il nostro Paese detiene il triste record dei Neet, gli under 30 che non studiano e non lavorano: «E’ necessario rafforzare tutte le tappe del percorso, migliorando sopratutto il raccordo tra scuola e lavoro. In questa direzione vanno sia l’alternanza nelle scuole superiori sia gli stage curricolari durante l’università. I dati dell’Osservatorio Giovani dell’istituto Toniolo» – di cui Rosina è da molti anni responsabile – «confermano che c’è una visione in generale positiva di queste esperienze da parte dei giovani; è però anche vero che un numero non trascurabile teme che gli stage possano diventare forme di sfruttamento o vengano svolti in luoghi non sicuri». Quindi bisogna affrontare il tema in un’ottica costruttiva, in modo che gli stage «non vengano indeboliti, ma migliorati». Come? Garantendo «che siano una vera opportunità di formazione e di accesso al mondo del lavoro, e non un modo per le aziende di utilizzare manodopera a basso costo». E questo, nei fatti, si concretizza «qualificando le attività in coerenza con l’effettivo rafforzamento delle competenze», per esempio, e «introducendo un sistema di regolamentazione e controllo per garantire che le aziende ospitanti rispettino i diritti dei tirocinanti»; e poi, come la Repubblica degli Stagisti chiede da tempo, «effettuando un monitoraggio costante dei tirocini e dei loro risultati».

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