«Questa crisi cambierà anche la famiglia italiana, ma non nel profondo»

07/04/2020
LINKIESTA
«Questa crisi cambierà anche la famiglia italiana, ma non nel profondo» LINKIESTA

Forse è stata una delle cause della grande diffusione del contagio. Ma potrebbe essere anche una delle vie d’uscita o, almeno, uno dei modi per resistere meglio ai morsi della crisi sanitaria. È la struttura familiare italiana, come ricorda Le Monde o – come dice in modo più esteso Alessandro Rosina, ordinario di Demografia e Statistica sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano – mediterranea, dal momento che riguarda «anche la Spagna e, in parte la Grecia». Un piccolo universo fondato su legami «intergenerazionali intensi e duraturi, da cui i più giovani tendono a separarsi in ritardo, rispetto agli omologhi europei e da dove, comunque, tendono a non allontanarsi più di tanto». Si cambia casa, ma ci si stabilisce comunque vicino a nonni e genitori.

E questo può essere un vantaggio, con il coronavirus?
Dipende. Quello che è certo è che le caratteristiche del sistema familiare italiano si prestano bene per fornire un supporto tra generazioni. A differenza di altri Paesi, l’istituzionalizzazione degli anziani è più bassa. Giovani e vecchi vivono vicini e, in tempi normali, spesso sono i nonni o i genitori ad aiutare i figli a prendere casa, o a trovare un lavoro. Sono legami che si intrecciano a un supporto continuo, sia materiale – cioè economico – che emotivo, e che vale per tutte le fasi della vita. È la sua natura, anche antropologica, che si estende all’attuale funzione: compensare mancate misure di welfare pubbliche.

In che senso?
Nel resto d’Europa, se viene meno l’intervento del welfare, i problemi emergono prima e in modo più marcato. In Italia meno. Se nel resto d’Europa aumentano le difficoltà per le misure nella conciliazione tra lavoro e famiglia, la questione è grave. In Italia meno.

LEGGI ARTICOLO COMPLETO