Crisi demografica: PUNTO DI NON RITORNO?

La popolazione mondiale supererà nei prossimi 30 anni i 10 miliardi di individui, mentre nel vecchio continente saranno 40 milioni in meno.

La popolazione italiana ha esaurito la sua capacità di crescita endogena: dai 60 milioni del 2014 arriveremo a 40 milioni nel 2100. È la traiettoria disegnata da Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e statistica sociale all’Università Cattolica di Milano.

Una tendenza da invertire se non si vuole rischia re l’impoverimento economico e sociale del Paese. Abbiamo fatto il punto e provato a individuare alcune soluzioni. Professor Rosina, l’Italia è destinata all’estinzione?
La prospettiva dell’estinzione è molto remota. Quello che è certo è che abbiamo già superato il punto di non ritorno rispetto all’evoluzione demografica: a causa della persistente denatalità, la popolazione italiana ha esaurito la sua capacità endogena di crescita ed è avviata verso un continuo declino, quantomeno per il resto di questo secolo.
Il saldo tra nascite e decessi è diventato negativo verso la fine del secolo scorso, è stato poi compensato dall’immigrazione, ma dal 2014 nemmeno più il contributo della componente straniera riesce a contrastare le dinamiche demografiche negative.
Da oltre 60 milioni del 2014 la popolazione è scesa, secondo il dato attuale, sotto i 59 milioni e potrebbe ridursi a meno di 40 milioni entro il 2100. Cosa accadrà dopo non siamo in grado di dirlo.

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