Così si intrappolano i talenti

02/05/2016
Così si intrappolano i talenti LA REPUBBLICA

Producono applicazioni e siti, curano blog e social media aziendali Sono i precari del web, fabbrica virtuale che non chiude mai, senza tutele né contratti stabili. La nuova forza lavoro che porta in Rete le imprese italiane.

Operai on line. Nella fabbrica virtuale che produce applicazioni, siti web, blog aziendali, social network ci sono loro: i nuovi precari. La massa dei lavoratori della conoscenza, gli animatori dell’economia digitale, i motori invisibili dell’ultima rivoluzione tecnologica, quella che nell’arco di un paio di decenni spazzerà via quasi la metà degli attuali posti di lavoro, manuali e intellettuali. Prodromo della società senza lavoro, la “jobless society” con i robot a sostituire gli umani. Sono almeno mezzo milione, in Italia, i lavoratori del digitale, di questa fabbrica che non chiude mai, senza però essere in Cina. Una catena di montaggio immateriale. Quegli operai sono un ibrido tra dipendenti e autonomi, spesso pagati male, sfruttatiperfino se si pensa che lavorano perlopiù senza orario, tutele, diritti o contratti. Flexinsecurity, si chiama. Certo, ci sono i freelance che rivendicano con orgoglio la propria indipendenza nella consulenza e la propria forza sul mercato. Questi sì che hanno prestigio e identità. Ma sono pochi. La maggior parte si sente costretta ad essere freelance, vulnerabile, ricattabile dal committente, in genere unico.

 

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