Dad, tutto quello che fanno i ragazzi durante le lezioni a distanza

22/03/2021
Dad, tutto quello che fanno i ragazzi durante le lezioni a distanza VANITY FAIR

Chattano, giocano, stanno sui social, mangiano e cucinano anche. Sono le tante attività che i ragazzi italiani fanno durante le ore di scuola, ovviamente le ore della didattica a distanza visto che per 8 studenti su 10 è questa la modalità delle lezioni, la Dad. Dopo un anno di didattica a distanza, oltre il 40% degli studenti sente un peggioramento nello studio e il 65% fatica a seguire le lezioni. Lo dice una ricerca di Parole O_Stili e Istituto Toniolo, fatta con il supporto tecnico di Ipsos, su oltre 3. 500 studenti della scuola secondaria di secondo grado e su circa 2.000 insegnanti della scuola primaria e secondaria. I ragazzi hanno «confessato»: il 96% durante la Dad ha chattato con i compagni, l’89% è stato sui social media, l’88% ha consumato cibo e il 39% ha cucinato.

La mancanza più grande è umana: 1 intervistato su 4 ha sentito un peggioramento del rapporto e del dialogo con l’insegnante e la distanza con i compagni. Oltre il 70% ha riferito di aver avuto un rilevante supporto da parte dei familiari, in tanti hanno segnalato una carenza di competenze tecnologiche. Tablet e computer sono serviti a fare lezione, ma non hanno invogliato a studiare e non sono serviti ad apprendere in modo più efficace.

Gli studenti dicono di aver trascorso più tempo sui social e in chat: WhatsApp è stato utilizzato dal 99% degli intervistati, Instagram dal 94%, YouTube dall’86% e TikTok, usato dal 66%. Solo il 17% dei genitori ha limitato le ore allo smartphone, il 14% sui social e il 13% sui videogiochi.

La maggior parte, il 77%, vuole però rientrare a scuola: tornare in presenza continuando a utilizzare gli strumenti digitali, ma in modo più efficace per l’apprendimento. Secondo Alessandro Rosina, Docente di Demografia e Statistica Sociale all’Università Cattolica di Milano e coordinatore scientifico di Laboratorio Futuro dell’Istituto Toniolo, la didattica a distanza «è stata vissuta con molta difficoltà e fatica dalla grande maggioranza degli studenti italiani. Non è questa la scuola che desiderano. La mancanza dell’interazione diretta, della dimensione relazionale di classe, assieme ad un uso delle nuove tecnologie adattate alle modalità di lezione tradizionale, ha impoverito tutte le dimensioni del processo formativo, riducendo motivazione e impegno soprattutto nelle componenti più fragili a rischio di abbandono».

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