Figli: la scelta impossibile

02/07/2022
Figli: la scelta impossibile D Repubblica

“Se gli italiani non ricominciano a fare figli rischiano l’estinzione”. L’imprenditore Elon Musk ha risposto così al tweet di Andrea Stroppa, il giovane esperto di cybersecurity che lo scorso maggio aveva postato un grafico Istat con l’inesorabile crollo dei parti dal 1964. D’altronde il ceo di Testa l’aveva già detto: «Tra le mie più grandi paure c’è il calo delle nascite». I dati gli danno ragione. «Il collasso economico arriva quando il rapporto tra pensionati e lavoratori è 1 a 1», spiega il demografo Alessandro Rosina, professore all’Università Cattolica e autore del saggio Crisi demografica(Vita e Pensiero edizioni). «A meno che non si mettano in atto politiche efficaci, secondo l’Ocse il nostro Paese ci arriverà nel 2050». Dopodomani. Il numero che spaventa è questo:1,27, cioè i figli per donna. In altre parole: nel 2019 sono venuti alla luce circa un terzo dei bambini che nascevano in Italia a metà degli anni Sessanta.

Ma perché ne facciamo così pochi? «La risposta è complessa, ma è senz’altro anche una questione di empowerment. Una volta i figli arrivavano e basta, poi la rivoluzione scientifica e quella industriale hanno introdotto un elemento di potere: grazie alla contraccezione le donne hanno fatto una scelta di riduzione e, da una media di 5, si è passati a due». E adesso? «Siamo in una fase di copertura contraccettiva continua, per avere dei figli bisogna decidere di sospenderla. Ma le coppie lo fanno solo se ci sono determinate condizioni». Tra queste, la fiducia verso il futuro è determinante e strettamente connessa al welfare. «Non è un discorso teorico, ma estremamente pratico: i governi che hanno adottato politiche sociali con l’obiettivo di far crescere la natalità, nel tempo ci sono riusciti; mentre 1 politici

che hanno preferito fare ricorso a bonus da sbandierare in campagna elettorale, hanno visto quel valore continuare a decrescere, come in Italia». Prendiamo i nidi, per esempio: gli ultimi dati Istat mostrano come i bambini sotto i tre anni che frequentano una qualsiasi struttura educativa sono il 25,7%, mentre l’obiettivo stabilito dal Consiglio Europeo per il 2010 era del 33% e in alcuni Paesi, come Francia, Svezia e Spagna, si supera già il 50%. «Quando Ursula von der Leyen era ministra della Famiglia decise di rendere l’accesso al nido in Germania un diritto per tutti: da allora il tasso di fecondità è continuato a crescere, nonostante la crisi economica del 2008».