Italia, un paese di single e anziani con sempre meno bambini

01/01/2020
VANITY FAIR
Italia, un paese di single e anziani con sempre meno bambini VANITY FAIR

L’italiano medio è sempre più single. «Le famiglie, 25 milioni e 700 mila, sono sempre più numerose e sempre più piccole» detto con le parole dell’Istat che registra, nel suo Annuario 2019, un aumento del numero dei nuclei familiari, ma questi hanno sempre meno componenti. «Il numero medio di componenti è passato da 2,7 (media 1997-1998) a 2,3 (media 2017-2018)».

Meno bambini dunque e oltre il 10 % in più di famiglie unipersonali negli ultimi vent’anni fino a diventare un terzo del totale: una su tre.

A calare, in modo costante, sono le coppie con figli. Diminuiscono anche, dal 2017, i matrimoni che hanno visto anche lo storico sorpasso dei riti civili rispetto a quelli religiosi.

Il tasto più dolente è quello delle nascite che registra l’ennesino minimo storico. Dal 2017 al 2018 sono nati 20mila bambini in meno, appena 439.747 lo scorso anno, con una perdita del 23% in 10 anni.

La speranza di vita alla nascita è di 80,8 anni per i maschi e 85,2 per le donne nel 2018. Messi insieme i numeri appare evidente che l’Italia è un paese con sempre meno bambini e sempre più anziani. La penisola è uno dei Paesi più vecchi al mondo: 173,1 persone con 65 anni e oltre ogni cento persone con meno di 15 anni al 1 gennaio 2019.

Dati che non sono una novità. Alessandro Rosina, professore ordinario di Demografia e Statistica sociale nella Facoltà di Economia dell’Università Cattolica di Milano ne aveva già parlato con Vanity Fair. «Siamo il primo paese al mondo che ha visto già negli anni Novanta gli over 65 superare gli under 15. Il dato dell’anno scorso dice che abbiamo avuto più ottantenni che nuovi nati. Siamo andando verso una situazione che è positiva per la longevità, ma che ha dall’altra parte la denatalità. Da qui lo squilibrio con tanti anziani e sempre meno popolazione giovane».

Altra nota negativa è che in questi anni di calo della popolazione l’Italia ha visto anche la crescita economica più bassa se si considera tutta la storia del Paese a partire dalla sua unificazione. Sono quasi 2 milioni le famiglie in povertà. Le famiglie in condizione di povertà assoluta, dice l’Istat, sono un milione 822 mila (7%), per un totale di oltre 5 milioni di individui poveri.

C’è un dato positivo. Nel 2018, per la prima volta da 9 anni, gli stipendi sono tornanti a salire. «Le retribuzioni contrattuali orarie nel totale economia sono tornate ad aumentare (+1,5%). Tale variazione è stata determinata per più di due terzi dai miglioramenti economici intervenuti nell’anno. Il contributo maggiore è derivato dagli aumenti retributivi previsti per la quasi totalità dei dipendenti pubblici (+2,6%) dopo il blocco contrattuale che si protraeva dal 2010».

Rispetto al ritratto dell’italiano medio fatto un paio di anni fa sempre dall’Istat ci sono costanti e qualche lieve cambiamento. Il figlio, se c’è, è sempre uno solo, ma almeno non si chiama sempre Francesco. Leonardo ha superato il nome di Totti e del papa. Per la femmina è invece sempre Sofia a stravincere.

Non cambia le sue abitudini alimentari e a pranzo va a casa. «L’Italia è ancora lontana da un’ampia diffusione del modello basato sul pasto veloce consumato fuori casa. I dati relativi al 2018 evidenziano che il pranzo costituisce, infatti, ancora nella gran parte dei casi il pasto principale (66,8% della popolazione di 3 anni e più) e molto spesso è consumato a casa (71,9%)». C’è di positivo che, dal punto di vista nutrizionale, mangia bene. Senza la dieta mediterranea non vivrebbe tanto a lungo e il cerchio della statistica si chiude qui.