La sfida del futuro è il bivio tra zone troppe costese e il recupero del ceto medio

28/10/2023
La sfida del futuro è il bivio tra zone troppe costese e il recupero del ceto medio REPUBBLICA (ed. MILANO) - 28 Ottobre 2023

(Estratto)

Una città nella quale si costruiscono famiglie e non solo case, un tessuto urbano in cui gli spazi pubblici sono il cuore dei progetti e non l’avanzo libero da palazzine e palazzoni, una rete omogenea di spazi che non lasci buchi neri fatti da quartieri tanto esclusivi quanto disabitati. Oppure una città invecchiata, un c’era una volta il place to be che diventa la destinazione mordi e fuggi per giovani single ricchi che studiano e si formano nelle università per poi andare a vivere altrove, un luogo in mano ai privati in cui il pubblico interviene solo per tamponare l’emergenza del momento. I prossimi dieci anni, sono certi gli addetti ai lavori, saranno determinanti per fare la differenza tra il primo modello e il secondo. Un periodo che farà da spartiacque tra una Milano moderna e vivibile e una Milano cristallizzata in un paradigma, quello che abbiamo visto da Expo fino a oggi, che invece ha bisogno di una revisione sostanziale, di un cambio di rotta.

La cornice entro al quale le politiche urbanistiche dovranno muoversi la disegna il demografo Alessandro Rosina: «Il rapporto tra anziani e bambini sarà ancora più squilibrato di oggi», spiega, «perché una bassa natalità si confronterà con l’invecchiamento della popolazione». La buona notizia, però, specifica il docente della Cattolica è che, vista l’attrattività che avvicina Milano alle altre grandi città europee (senza però ancora raggiungerle), aumenteranno gli stranieri, compresi i giovani che arriveranno nel capoluogo lombardo per studiare e formarsi. E partendo da qui, guarda lontano Rosina, che «bisognerà mettere in

campo una serie di politiche per far restare questi giovani, permettendo loro di costruirsi una famiglia, perché questo è l’unico modo per crescere e per continuare ad avere risorse ed energie da mettere nei processi di sviluppo». Come, con quali margini? «Migliorando la qualità della vita in termini di costi, mobilità, verde e tempo libero dal lavoro». Una parola chiave «qualità» che anche per l’architetto Alessandro Scandurra dovrà essere il motto dei prossimi anni. (…)