#maratonamanager: ripartire con competenze e responsabilità

12/05/2020
DIRIGENTI INDUSTRIA
#maratonamanager: ripartire con competenze e responsabilità DIRIGENTI INDUSTRIA

Un “percorso” virtuale lungo ben 17 ore che ha visto alternarsi manager e professionisti uniti per dare il loro contributo, per sbloccare e far ripartire il nostro Paese dopo l’emergenza Covid-19.

All’appello del premier Conte a “rimboccarsi le maniche” i manager rispondono proattivamente, attraverso le parole del Presidente CIDA Mario Mantovani “Vogliamo essere coinvolti nella riapertura. I manager sono coloro che hanno il polso della situazione … siamo fondamentali per ripartire!”.

Ad avvalorare questa richiesta di riconoscimento, Stefano Cuzzilla, Presidente Federmanager, che ha sottolineato “… i manager in questo momento non hanno paura, hanno voglia, scalpitano per scendere in campo. C’è voglia di ridare e restituire tanta esperienza, tanta competenza, tanto aiuto al Paese; e questo lo fanno i nostri manager più giovani, quelli da più anni in azienda e i senior”.

Un inno all’unione che fa la forza, all’unire le forze per fare squadra, perché insieme si vince. Un insieme di voci che si muove all’unisono e che trova nelle parole di David Sassoli, Presidente del Parlamento Europeo, il primo interprete del messaggio e delle parole chiave che devono essere le fondamenta della ripartenza e della ricostruzione: “Siamo a un cambio di fase, serviranno visione, capacità, pragmatismo, progetti e anche competenze. Progetti che consentano alle nostre economie di risollevarsi … la sfida che abbiamo davanti è pensare a come uscire uniti da una crisi che non è solo finanziaria ed economica, ma si sta trasformando sempre di più in una vera e propria emergenza sociale… dovremo cogliere l’opportunità di ‘umanizzare’ il nostro modello sociale, di modernizzare la nostra economia, rendendola più verde e solidale. Ecco perché servirà una grande programmazione, serviranno competenze.”

Tiziano Treu, Presidente del CNEL, ha ribadito l’importanza dei manager, la particolare responsabilità di cui sono investiti in questo momento sia per gestire la situazione presente, ma soprattutto quando si tratta di innovare. Un appello affinché la conoscenza e l’esperienza della classe dirigente siano messe a disposizione per migliorare il lavoro e la competitività del Paese.

In prima linea in questa maratona il mondo della sanità in senso lato, il “fronte di guerra” di questa emergenza; e subito a seguire l’appello dei Fondi Sanitari (Fasi e Assidai) – ma non solo – a ripensare a questo settore che tanto si è speso e tanto ha dato in questi ultimi mesi. “I Governi, così come le imprese – ha dichiarato Marcello Garzia, Presidente FASI – dovranno rivedere la Sanità, non più come un costo bensì come una delle basi per lo sviluppo della società economica e civile”.

Tiziano Neviani, Presidente Assidai, ha proseguito: “Noi manager siamo chiamati a dare il nostro contributo per il rilancio delle aziende, consapevoli che quanto sta avvenendo cambierà in futuro il modo di lavorare e di progettare il cambiamento stesso”.

Immancabile un focus sulla regione che più è stata colpita dalla pandemia, la Lombardia. Franco Del Vecchio, segretario CIDA Lombardia, ha fatto il punto della situazione. “La nostra regione è quella in cui operano molti manager, più del 45% della dirigenza privata italiana; l’unica categoria esclusa dalle misure straordinarie di sostegno e da accordi nazionali delle parti sociali, quindi senza paracadute, a rischio come e più delle imprese”.

Forte anche in questo caso il messaggio sulla voglia di tornare a lavorare responsabilmente per il futuro del Paese, per dare prospettive ai giovani: agli attuali ventenni cui è necessario fornire competenze e quelli tra i 25 e i 39 anni, i millenials, che hanno subito la prima crisi economica, e che si sono poi trovati ad annaspare nella vita e nel lavoro. E ora con questo tempesta, è quella fascia di lavoratori la più esposta all’impatto economico dell’epidemia secondo Alessandro Rosina – Ordinario di demografia, direttore LSA – Università Cattolica di Milano.

“Cinquantamila i dirigenti lombardi, desiderosi di contribuire al rilancio, affinché nessuno resti indietro o sia costretto ad abbandonare il settore nel quale ha investito. Le Politiche Attive del Lavoro assumeranno un ruolo determinante per bloccare lo sperpero del capitale umano e contribuire alla ripresa e allo Sviluppo delle PMI” ha concluso Del Vecchio.

Le voci dei manager si sono susseguite per tutta la giornata, con esempi di azioni intraprese per fronteggiare l’emergenza, con idee e soluzioni perché si possa trasformare una crisi in un’opportunità. Alessandro Rosina – citando il principio della “rana bollita” di Noam Chomsky – confida che questa situazione sia lo shock che consenta di “saltare fuori” dalla pentola in cui l’Italia ha rischiato di abituarsi anche prima dell’emergenza, e riorientare positivamente la rotta verso il futuro.

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