Virus e incertezza economica frenano le nascite in Italia

29/11/2020
IL CORRIERE
Virus e incertezza economica frenano le nascite in Italia IL CORRIERE

Juan Antonio Perez III stima che, a causa della pandemia, quest’anno nelle Filippine nasceranno 214 mila bambini in più di quelli prevedibili prima dei lockdown: almeno un milione e 900 mila. Perez è il direttore esecutivo della Commissione sulla Popolazione e sullo Sviluppo di Manila e considera che tra le 400 e le 600 mila filippine siano uscite dal programma di pianificazione familiare nei mesi scorsi: non hanno avuto accesso ai farmaci e agli strumenti contraccettivi che il governo distribuisce. In Italia, invece, il presidente dell’Istat Gian Carlo Blangiardo ha previsto pochi giorni fa che il numero dei nuovi nati potrebbe scendere da 420 mila nel 2019 a 408 mila quest’anno e a 393 mila nel 2021.

Filippine e Italia illustrano una realtà generale: la Covid-19 sta radicalizzando anche la demografia. I Paesi ricchi, che avrebbero bisogno di una primavera delle nascite, vanno verso un inverno della fertilità; molti Paesi poveri, la maggior parte dei quali avrebbe beneficiato di un raffreddamento, sono in molti casi indirizzati verso una stagione se non di baby-boom almeno di ulteriore crescita rispetto agli anni passati. Con risultati qualche volta solamente negativi, qualche altra volta disastrosi. In Occidente e nelle Nazioni avanzate il periodo 2020-2021 segnerà un gradino all’ingiù che a lungo potrebbe mantenere più bassa del dovuto la tendenza demografica già negativa. Negli altri Paesi potrebbe vedere messo sottosopra l’impegno di molti governi nella pianificazione familiare e portare a ondate di aborti non ufficiali, a nascite premature, a un aumento della mortalità infantile.

All’inizio della circolazione del virus in Europa, tra la fine di marzo e l’inizio di aprile, tre demografi italiani — Francesca Luppi, Bruno Arpino, Alessandro Rosina — hanno utilizzato dati del Rapporto Giovani dell’Istituto Giuseppe Toniolo per stabilire come le persone tra i 18 e i 34 anni hanno reagito alla pandemia quando si tratta di maternità e paternità. E li hanno poi confrontati con pari età di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito. Tra gli italiani che prima del virus avevano intenzione di procreare, il 26% era deciso ad andare avanti con il progetto, il 38% intendeva rinviarlo, il 36% aveva deciso di abbandonarlo. Tra i cinque Paesi, la quota di abbandoni degli italiani era decisamente la più alta: 14% tra i tedeschi, 17% tra i francesi, 29% tra gli spagnoli, 19% tra i britannici; i quali preferivano mantenere l’obiettivo o si limitavano a posporlo.

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