Sia 8 marzo ogni giorno per migliorare la società

Per accelerare un cambiamento che porta vantaggi non solo alle donne ma all’intero sistema,  è necessario aumentare il protagonismo femminile agendo sia dall’alto che dal basso.

Per millenni le donne hanno avuto un ruolo subordinato nella storia dell’uomo. Metaforicamente l’uomo è intervenuto nella storia come un chirurgo mentre la donna ha fatto da infermiera assistente. Alla seconda non sono mancati gli oneri e il suo ruolo di supporto è stato spesso cruciale, ma onori e responsabilità ultime sono andati quasi sempre al primo. Lo conferma il fatto che nel Dizionario Biografico degli Italiani Treccani la presenza femminile arriva a malapena al 3%.

Solo da pochissime generazioni chi nasce donna si trova con stessi diritti di scelta e stessa libertà di costruzione del proprio percorso di vita rispetto a chi nasce uomo. A questa uguaglianza formale non corrisponde, però, ancora una vera parità. Difficile trovare oggi chi sostenga che donne e uomini non debbano competere con pari opportunità su stessi obiettivi. Ma poi nei fatti le cose vanno diversamente. Se si pensa ad esempio ad un chirurgo, viene a quasi tutti in mente un uomo. Ciò non solo per il fatto che il termine non è declinato al femminile o perché tradizionalmente tale ruolo è stato in larga prevalenza ricoperto da uomini, ma anche perché si continua a ritenere che doti e abilità per poter svolgere al meglio tale attività siano maschili.

Il problema è quindi soprattutto culturale.  Se in passato forza ed aggressività erano requisiti cruciali per ottenere spazio e raggiungere obiettivi ambiziosi in quasi tutte le professioni, nelle società contemporanee sono altre le competenze che contano e fanno la differenza. L’aggressività è controproducente nei contesti in cui i risultati migliori si ottengono creando relazioni di fiducia e condividendo spazi e obiettivi comuni. La forza è sempre meno necessaria e sempre più compensata dalla tecnologia. Il mondo sta quindi sempre più spostandosi verso la galassia femminile, ovvero sta diventando sempre più un terreno adatto ad essere coltivato con le capacità e le sensibilità delle donne. Nei paesi e nelle aziende in cui l’apertura alla presenza qualificata e alla conduzione femminile è avvenuto con più successo i frutti si vedono.

Per accelerare un cambiamento che porta vantaggi non solo alle donne ma all’intero sistema,  è necessario aumentare il protagonismo femminile agendo sia dall’alto che dal basso. Dall’alto aumentando non tanto il numero di donne nelle figure apicali ma soprattutto la presenza di veri modelli di leadership femminile: in grado di imporsi sia come esempio positivo per le più giovani, sia come guida per orientare il cambiamento. Ma per farlo è necessario dal basso formare tale figure e promuovere tali modelli. Qui è allora fondamentale il ruolo delle madri, delle maestre e delle insegnanti. Se è vero che nella storia sono assolutamente prevalenti i personaggi maschili, a insegnarla a scuola sono soprattutto donne, le quali possono trasmettere la consapevolezza che il mondo sta cambiando e che il genio femminile può avere un ruolo chiave nel migliorarlo. E’ necessario far crescere una generazione di donne che si autodetermini come adatta e protagonista, pronta ad intervenire con un ruolo di chirurgo, non solo di infermiera, nelle vicende del mondo.

L’8 marzo è il giorno delle belle parole, ma sono gli spazi concreti ottenuti e gli obiettivi davvero realizzati in tutti gli altri giorni che contano. E allora il vero augurio è quello di un buon resto dell’anno a tutte le donne.

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