Ci riferiamo all’autore della citatissima parabola dei talenti, un brano insidioso che si presta a interpretazioni strumentali. Non a caso ne esistono due versioni. In quella nel Vangelo di Matteo il servo a cui viene dato di meno si accontenta poco virtuosamente di conservare ciò che ha, mentre i due servi a cui viene dato di più raddoppiano entrambi la dote iniziale. La meno nota variante nel Vangelo di Luca – dove si usa la meno preziosa mina rispetto al talento – prevede invece che il padrone dia a tutti i servi lo stesso ammontare. La domanda che ci si può porre è perché sia diventata più famosa ed utilizzata la prima versione rispetto a questa più equa di Luca. Perché, in altre parole, funziona meglio come insegnamento l’idea che i meno dotati meritino la propria più bassa condizione?
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Uscire dalla crisi non basta se rimaniamo una società tribale
Il presidente della Regione Lombardia ha certamente avuto il merito di mettere sul piatto un tema che “spacca”, non solo all’interno del proprio partito. Reazioni negative e aperture sull’introduzione del reddito di cittadinanza hanno sparigliato le strette logiche di appartenenza politica accomunando Salvini con una parte ampia del sindacato, da un lato, e Grillo con illustri esponenti del centrosinistra, dall’altro. Le idee dovrebbero contare più delle ideologie. Bene ha fatto quindi chi non ha risposto con una chiusura pregiudiziale. Siamo però anche abituati ad annunci che non si traducono in azioni concrete.