Il baricentro si sposta sul bambino come titolare del sostegno

L’Assegno unico e universale è una misura coerente con l’idea che la funzione delle politiche familiari non è limitata al contrasto della povertà delle famiglie.

La Legge di bilancio è vissuta, ogni anno, come un momento importante e delicato. Lo è ancor più quest’anno per i contenuti in sé e per il messaggio che la politica darà al Paese rispetto al momento che stiamo attraversando, alle urgenze in risposta alle difficoltà poste dalla pandemia e alle prospettive di rilancio della crescita.

Il rischio di aumento di povertà e diseguaglianze porta a dare particolare attenzione alla fascia più debole della popolazione, ma sono attese risposte convincenti anche per il ceto medio che, assieme a diffuse difficoltà oggettive, vive condizioni di forte incertezza che frenano consumi e scelte nei percorsi di vita e professionali. La manovra fiscale dovrà, inoltre, favorire la semplificazione fiscale, ma servirà, nel contempo, una particolare attenzione a misure che sostengono la crescita

L’Assegno unico e universale va in questa direzione. E’ una misura coerente con l’idea che la funzione delle politiche familiari non è limitata al contrasto della povertà delle famiglie. E’ “universale” proprio perché è rivolto a tutti i bambini, indipendentemente dalle caratteristiche dei genitori, dalla loro condizione occupazione e dalla categoria lavorativa. E’ configurato con una quota di base che va a tutti. Viene poi aggiunta una parte variabile che tiene conto del reddito del nucleo familiare e si prevede, inoltre, una maggiorazione in funzione del numero di figli e nel caso di disabilità.

Si tratta di un provvedimento che aiuta anche a promuovere un cambiamento culturale. Il carattere di universalità ha alla base l’idea che avere un figlio non sia solo un costo privato a carico dei genitori ma vada ad arricchire un bene collettivo (le nuove generazioni e la loro crescita) che consente a tutta la società di mettere basi più solide al proprio futuro. Non è un bonus estemporaneo concesso al momento della nascita, ma un provvedimento che interviene in modo strutturale per dare continuità al sostegno alla crescita dei figli fino al diciottesimo compleanno. Di cui può beneficiare direttamente, almeno in parte, il giovane stesso dai 18 ai 21 anni per spese che promuovono formazione e autonomia.

Fa inoltre parte di un sistema integrato di politiche a favore delle famiglie, il Family act, che oltre a interventi economici prevede, in particolare, un potenziamento dei servizi di conciliazione e un riequilibrio dei congedi. Anche su questi punti è importante che si arrivi a prendere impegni precisi, come portare entro i prossimi tre anni, in linea con quanto richiesto dall’Europa, il congedo di paternità almeno a dieci giorni obbligatori e la copertura dei servizi per l’infanzia almeno al 33 percento per i bambini in età 0-2 in tutte le regioni.

Il successo dell’assegno unico e universale dipenderà, in ogni caso, da come verrà effettivamente implementato e dalle risorse che verranno destinate, quindi dall’importo: che dovrà essere tale da non essere percepito solo come misura simbolica dal ceto medio.

Va, inoltre, senz’altro nella direzione di semplificare e razionalizzare gli strumenti di aiuto economico alle famiglie. Viene chiamato “unico” proprio perché raccoglie in sé tutte le diverse e frammentate misure finora esistenti. Ma non migliora solo l’efficienza fiscale. L’obiettivo principale è quello di favorire scelte da parte dei cittadini che aiutano a far crescere l’Italia. Contenere gli squilibri demografici causati dalla persistente denatalità, ridurre la povertà materiale ed educativa dell’infanzia, sostenere lo sviluppo umano delle nuove generazioni, devono essere considerati obiettivi irrinunciabili di un paese che vuole mettere le basi di un percorso più solido dopo la discontinuità prodotta dalla pandemia.

L’approvazione alla Camera con l’unanimità dell’assegno unico e universale è, come molti hanno sottolineato, un segnale senz’altro positivo del fatto che ci sono provvedimenti che possono essere tolti dallo scontro politico tra le varie parti ed essere considerati come priorità che rafforzano tutto il paese. Ora questo percorso deve trovare piena realizzazione.

In questo momento di generale e grande incertezza, è importante dare ai cittadini italiani il riscontro concreto che c’è una direzione chiara con il riconoscimento di interessi precisi del paese che impegnano il governo e invitano ad una responsabilità condivisa. A partire dalla scelta più impegnativa verso il futuro, che è quella di avere un figlio.

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