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Le nuove generazioni: un capitale su cui investiamo troppo poco

C’è un dubbio che dobbiamo sciogliere una volta per tutte e poi non discuterne più ma solo agire con coerenza e determinazione: i giovani italiani valgono veramente? Le nuove generazioni allevate nel nostro paese sono portatrici di energie ed intelligenze utili per far crescere l’Italia e farla tornare competitiva nel mondo? Se crediamo di no, allora prendiamo atto che siamo senza futuro e attrezziamoci per rendere più dolce possibile il declino. Se invece la risposta è positiva, non basta dirlo a parole, dobbiamo anche realizzare azioni concrete per far sì che quelle energie ed intelligenze diano la migliore espressione di sé. Per farlo dobbiamo intervenire sia sulla componente culturale che su quella strutturale. Riguardo al primo aspetto è necessario consolidare, ad ogni livello sociale, la convinzione che questo paese crede nei propri giovani e li considera la risorsa più preziosa su cui investire per produrre sviluppo e benessere. Aiutare i giovani ad adottare l’approccio giusto avendo attorno a sé un clima di fiducia e di stimolo continuo alla buona formazione e all’intraprendenza è una precondizione. E’ come preparare bene il terreno rendendolo fertile, ma bisogna però poi seminare, coltivare e dimostrare di essere in grado di ottenere buoni frutti. Per far questo servono misure concrete che incidono sugli aspetti strutturali, con riforme mirate e con investimenti adeguati. E’ qui che la politica viene messa alla prova e deve dimostrare quanto crede davvero nel valore sociale e produttivo delle nuove generazioni.

I risultati concreti che ancora mancano sull’occupazione giovanile

Nel suo capolavoro “1984”, George Orwell racconta un futuro in cui il potere autoritario domina sulle vite dei cittadini tenendoli sottomessi in una condizione di carenza di vere informazioni. Uno degli aspetti più subdoli del clima di oppressione descritto nel libro è una voce metallica che all’interno dell’intimità delle case elenca continuamente dati rassicuranti su quanto l’economia vada bene e su quanto le autorità stiano operando per il bene di tutti.

Expat, la generazione delle opportunità

Si sono spesi fiumi di inchiostro e fiato da riempirci mongolfiere, sui giovani che se ne vanno dall’Italia. Peccato che quell’inchiostro e quel fiato, in molti casi, siano troppo spesso spesi male. Per piangerci addosso, per maledire un Paese che non sa valorizzare i propri talenti, per puntare il dito contro chi – politici, imprenditori, insegnanti, genitori – quei talenti (nell’accezione più ampia) non è riuscito a valorizzarli. Nella retorica dei ”cervelli in fuga” è implicito il senso di una duplice sconfitta. Di chi se ne va, perché è stato costretto a farlo. Di chi l’ha lasciato partire, per i supposti costi mal investiti nell’educazione di chi parte.
È una retorica che non ci piace e che vogliamo decostruire, mattone dopo mattone. In primo luogo perché è depressiva. Soprattutto, però, perché è sbagliata. Basterebbe guardare la realtà senza farsi inquinare la vista dall’autocommiserazione per capire che non è così e che la retorica della “fuga” è limitativa rispetto alla portata e alle implicazioni dei grandi processi in atto nel mondo che vedono protagoniste le nuove generazioni.

La condizione giovanile in Italia

INTRODUZIONE: GIOVANI NEL LABIRINTO

Alessandro Rosina

 

Nel Rapporto giovani 2013 abbiamo raccontato la difficile condizione degli under 30 italiani fornendo un ritratto che, a partire dai dati di una indagine ampia e dettagliata, andava oltre gli usuali indicatori delle statistiche ufficiali. Con questo volume siamo al secondo anno di quello che ambisce ad essere un osservatorio continuo che sonda, analizza e racconta la realtà complessa e dinamica dei giovani sia nella dimensione sia oggettiva che soggettiva.

Il mondo delle nuove generazioni è certo molto più ampio e ricco rispetto al loro tormentato rapporto con il lavoro e al benessere economico. Il ritratto fornito nei vari capitoli di questo volume lo conferma. E’ però anche vero che in questo frangente storico le preoccupazioni maggiori, con ripercussioni anche negli altri ambiti di vita, derivano dal non trovarsi con solido materiale su cui costruire le fondamenta del proprio futuro.

Le incognite dei millennial

Ecco i concetti chiave per decifrare lo scenario in cui i giovani italiani si troveranno a vivere nei prossimi decenni. Generazioni Una società composta da esseri immortali ha molte meno possibilità di cambiare e progredire rispetto a un’altra che evolve con il succedersi delle generazioni. Senza l’innovazione che ciascuna nuova generazione porta con sé, senza la propensione dei figli a non accontentarsi delle risposte dei padri, a rimettere in discussione le loro certezze, a osare sempre qualcosa di più, vivremmo ancora nelle caverne. Le giovani generazioni crescono con il mondo che cambia e trovano sulla loro strada gli stessi ostacoli che trova il cambiamento. Sono quindi la risorsa più importante per cogliere al meglio le sfide dei nuovi tempi.