Posts By: Alessandro Rosina

La forza dei senior per un salto di qualità

A che età si diventa vecchi? Nelle statistiche ufficiali, come quelle prodotte dall’Istat o presenti nell’Annuario statistico regionale della Lombardia, il tasso di invecchiamento si riferisce alla popolazione di 65 anni e più. Secondo, però, i dati di una recente ricerca dell’Università Cattolica solo il 16 percento degli uomini e il 29 percento delle donne tra i 65 e i 74 anni afferma di sentirsi anziano. Risultati coerenti con altre indagini sulle condizioni oggettive e sulla percezione della propria condizione dei sessantenni e dintorni. Vengono in mente le parole di Mastroianni che in una intervista rilasciata a 72 anni affermava di non sentirsi per nulla vecchio, “casomai leggermente anziano”. Una affermazione che evidenzia come il termine “anziano” sia sempre meno adeguato per indicare le persone che oggi hanno meno di 75 anni, mentre la condizione di “leggerezza” nell’attraversare tale tratto dell’esistenza sia sempre più percepita e desiderata.

Un patrimonio da valorizzare per tornare a crescere

Le nuove generazioni sono sempre state protagoniste delle fasi di crescita e cambiamento. Da qualche tempo in Italia sembrano però aver dismesso tale funzione. Le loro prerogative si sono ridotte e, non a caso, il paese ha nel contempo ridotto la sua capacità di creare ricchezza e benessere. Le difficoltà dei giovani vanno infatti considerate allo stesso tempo causa e conseguenza dello scarso dinamismo economico e sociale dell’Italia. Va però anche messo in evidenza che questo arretramento, sia del ruolo dei giovani che della crescita relativa del paese, si è prodotto assieme alla riduzione del peso demografico delle nuove generazioni. Questo aspetto è centrale per le sfide che abbiamo di fronte e va quindi ancor più sottolineato. I giovani sono sempre stati una risorsa ricca e abbondante nella storia dell’uomo. Da qualche decennio questo non è più vero. In particolare l’Italia, dopo decenni di denatalità, si trova ora particolarmente povera di persone nella  verde età. Il paradosso che vive oggi il nostro paese è che al “degiovanimento” quantitativo delle nuove generazioni non ha corrisposto un potenziamento qualitativo.

Rilanciare la capacità di coinvolgere i cittadini

Giuliano Pisapia ha consentito al centrosinistra di conquistare Milano e ha aperto una possibile stagione di cambiamento. Non è arrivato alla terra promessa, nel senso che la Milano desiderata è ancora lontana da quella realizzata. Va però riconosciuto che i tempi erano oggettivamente difficili, soprattutto per la perdurante crisi economica e le sempre più limitate risorse pubbliche. Ora la guida della metropoli nel XXI secolo post Expo è consegnata ad altri.

Il mondo a Milano e Milano nel mondo

Expo 2015 richiamerà, auspicabilmente, attenzione e presenze da tutto il mondo. Nel frattempo è però in continuo aumento il flusso di giovani e meno giovani che decidono di andare a formarsi, a lavorare e a costruire un proprio futuro all’estero. Dopo aver esteso nei secolo scorsi la sua presenza in tutto il pianeta, ora la nostra specie vi si muove al suo interno con sempre più dinamismo e familiarità. In particolare, le nuove generazioni si muovono nel mondo e ancor più in tutta Europa – da sud a nord o da ovest a est – con facilità e libertà mai conosciute prima.

La rivoluzione femminile deve durare tutto l’anno

«FELICE il Paese che non ha bisogno di eroi» e che non ha bisogno di celebrare la Festa della donna in un giorno specifico dell’anno. L’8 marzo è passato ma le difficoltà della componente femminile della popolazione nell’ottenere l’espressione piena dei diritti di parità durano 365 giorni. Nella “Vita di Galileo” da cui è tratta la famosa frase citata in apertura, Bertolt Brecht racconta il tormento e le resistenze prodotte dalla messa in discussione delle tradizionali certezze del cosmo. Anche la rivoluzione della presenza femminile nella società, nel mercato del lavoro, nella politica, trova molti ostacoli e resistenze a compiersi nonostante la documentazione scientifica dei vantaggi che comporterebbe, analogamente alle evidenze empiriche fornite dal cannocchiale di Galileo.