Posts By: Alessandro Rosina

Sul significato dell’essere giovani e disoccupati in Italia

Che i giovani siano sempre di meno lo abbiamo detto e documentato molte volte in questo sito, ragionando anche su cause e implicazioni (si veda anche l’ebook per un italia che riparta dai giovani: analisi e politiche. E una conversazione con Fabrizio Saccomanni ).Datagiovani è tornata in questi giorni sull’argomento confermando quanto ampiamente noto, ma con aggiornamenti sempre utili, ottenuti rielaborando i più recenti dati Eurostat. I dati su questo tema fanno, del resto, sempre effetto. La fascia 15-24 conta attualmente circa 6 milioni di persone, rispetto agli 8,9 milioni ad inizio anni Novanta. In termini relativi è scesa da oltre il 15 a circa il 10%. Venendo ai dati sull’occupazione, riferiti al 2011, il 73% dei giovani è fuori dal mercato del lavoro (4,4 milioni), mentre il dato europeo è del 57% (con l’Olanda è al 31% e la Germania al 48%). Gli occupati sono 1,2 milioni (19%) e quelli in cerca di lavoro poco  meno di 500 mila. Tanti o pochi questi ultimi? Quasi il 30% sulla forza lavoro, circa 8% su tutti i giovani.

Città protagoniste

Nella storia della civiltà umana si possono identificare quattro momenti chiave in cui le città hanno un ruolo di protagoniste: il Neolitico, la rivoluzione dei Comuni, la rivoluzione industriale e la rivoluzione digitale. In passato, ciascuno di questi passaggi rivoluzionari ha modificato in modo radicale sia le città sia il nostro modo di vivere, e lo stesso potrebbe avvenire oggi con la rivoluzione digitale, che mira a far diventare «intelligenti» le città in un mondo in cui la popolazione urbana è diventata la maggioranza. Le città sono da sempre al centro del cambiamento. Le maggiori discontinui­tà e rivoluzioni nella storia dell’uomo hanno di fatto sempre avuto le città come protagoniste. Possiamo vederlo attraverso quattro momenti chiave delle trasformazioni che hanno cambiato il nostro modo di vivere: il Neolitico, la rivoluzione comunal-cittadina che pone le premesse del Rinascimento, la rivoluzione industriale, per finire con la rivoluzione digitale in corso.

Degiovanimento

I giovani sono sempre stati un bene molto diffuso nelle società del passato. La struttura tipica della popolazione è fatta a piramide. La base corrisponde alle fasce d’età più giovani, da sempre la componente demografica più consistente, mentre la punta rappresenta le fasce più anziane, numericamente molto più esigue. Questo è stato vero per tutta la storia dell’umanità fino a qualche decennio fa. Stiamo oggi vivendo una fase di passaggio che sta alterando profondamente i tradizionali e consolidati equilibri demografici tra nuove e vecchie generazioni. I motivi di tale cambiamento sono due.

Le incognite dei millennial

Ecco i concetti chiave per decifrare lo scenario in cui i giovani italiani si troveranno a vivere nei prossimi decenni. Generazioni Una società composta da esseri immortali ha molte meno possibilità di cambiare e progredire rispetto a un’altra che evolve con il succedersi delle generazioni. Senza l’innovazione che ciascuna nuova generazione porta con sé, senza la propensione dei figli a non accontentarsi delle risposte dei padri, a rimettere in discussione le loro certezze, a osare sempre qualcosa di più, vivremmo ancora nelle caverne. Le giovani generazioni crescono con il mondo che cambia e trovano sulla loro strada gli stessi ostacoli che trova il cambiamento. Sono quindi la risorsa più importante per cogliere al meglio le sfide dei nuovi tempi.