Topic: giovani

La priorità di un Paese che non forma né assume i suoi pochissimi figli

L’Italia ha conquistato nello scenario mondiale un posto di punta nella transizione demografica quando, nella prima metà degli anni Novanta, è diventata il primo paese a trovarsi con le persone in età da pensione in quantità superiore a quelle in età scolastica. Nel dibattito pubblico e nell’agenda politica la questione demografica è entrata soprattutto come preoccupazione per il processo di invecchiamento della popolazione.

Rimettiamo i giovani nei nostri radar o rischiamo una generazione fantasma

Gli attuali under 25 appartengono alla Generazione Zeta. E’ la prima generazione a non aver memoria del XX secolo e a sentirsi del tutto appartenente a quello attuale. Ora però si è aggiunto un altro aspetto che la caratterizza in modo distintivo, ovvero essere la prima a costruire il proprio percorso lavorativo e di entrata nella vita adulta dopo la discontinuità prodotta dalla pandemia di Covid-19.

Elezioni politiche del 25 settembre: le proposte per i giovani

Adottando una accezione molto ampia, potremmo dire che tutte le proposte di un programma elettorale riguardano le nuove generazioni, nella loro condizione attuale e in quella futura di adulti e anziani. Restringendo, potremmo occuparci delle proposte che hanno, direttamente o indirettamente, ricadute sulla condizione degli attuali giovani. Qui, anche per lo spazio limitato disponibile, ci limitiamo alle misure per i giovani in quanto giovani ed espressamente rivolte ai giovani. Ovvero quello che partiti e movimenti (i principali secondo i sondaggi disponibili) hanno messo in capitoli dei loro programmi esplicitamente dedicati a questa componente della popolazione (indicativamente dai 15 ai 35 anni). Questo consente anche di capire cosa la politica intende per azioni a favore delle nuove generazioni.

Dare più peso ai giovani. Una spinta verso il futuro

Nel mondo in cui viviamo è sempre più indispensabile anticipare i cambiamenti e includere nelle scelte di oggi il benessere di domani. Questo significa non limitarsi a difendere le posizioni raggiunte, i diritti acquisiti, le sicurezze del passato, ma mettersi in sintonia con la realtà che cambia, con attenzione ai nuovi rischi emergenti e alle nuove opportunità da cogliere. Dove ciò non avviene, la società si arrocca in difesa di ciò che si ha timore di perdere – fronte sul quale sono maggiormente propense a schierarsi le generazioni più mature – mentre diventa più debole la capacità di generare nuovo benessere in coerenza con le trasformazioni in atto (fronte sul quale tendono più naturalmente a disporsi le nuove generazioni).