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Il Paese al bivio del declino. Non bastano le misure in pista

Due figli per donna. E’ il livello che consente di mantenere, nelle società mature avanzate, un equilibrato rapporto tra generazioni. L’Italia è uno dei paesi maggiormente crollati sotto tale soglia negli ultimi due decenni del secolo scorso. Era possibile evitarlo? Si. Molti stati, come Francia e Regno Unito, sono riusciti a mantenere il tasso di fecondità poco sotto valore.

Una rivoluzione che mette al centro le nuove generazioni

“Il momento migliore per piantare un albero è vent’anni fa. Il secondo momento migliore è adesso” dice un proverbio cinese attribuito a Confucio. Lo stesso vale per l’Assegno unico e universale per i figli (AUUF). Sarebbe stato utile alle famiglie italiane per rispondere alle difficoltà economiche e all’insicurezza verso il futuro durante la Grande recessione del 2008. O quantomeno in tempo per affrontare l’impatto della crisi sanitaria. Una proposta di istituzione di tale misura è rimasta, invece, per vari anni ferma in Parlamento, per poi trovare nuovo impulso nel contesto del Family Act. Dopo un percorso di rallentamenti e accelerazioni si è ottenuto solo ieri il via libera definitivo. Il Parlamento ha cercato di dare un segnale positivo con l’approvazione finale fatta arrivare qualche giorno prima della seconda Pasqua in confinamento e qualche giorno dopo la pubblicazione dei drammatici dati Istat sulla dinamica demografica durante la pandemia.

Cinque buoni motivi per prendere sul serio il voto ai sedicenni

Qualsiasi sia stato il percorso passato, qualsiasi siano le difficoltà del presente, il futuro è sempre aperto e mai scontato. Non è solo un fatto demografico, corrispondente all’arrivo di nuove generazioni che prendono progressivamente il posto delle precedenti, ma soprattutto culturale, ovvero di nuovo valore che il diverso sguardo e le diverse sensibilità di chi arriva deve poter essere in grado di portare.

Servizio Civile. Sfida Post Covid

La domanda potenziale di partecipazione attiva e di impegno sociale delle nuove generazioni è molto più elevata rispetto a quanto vengano messe nella condizione concreta di esprimere in questo paese. Si tratta di un dato ripetutamente messo in evidenza negli ultimi anni dall’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo. Il record di domande presentate per il servizio civile, oltre il doppio dei posti messi a bando, ne costituisce una chiara conferma.

Una transizione debole verso il futuro senza i giovani

Se non cogliamo l’occasione per costruire un paese migliore dopo la discontinuità prodotta dalla pandemia – attraverso capacità di visione e impegno collettivo – sicuramente peggioreremo e di molto. L’impatto della crisi sanitaria sta rendendo ancor più pesanti alcuni squilibri che erano già su livelli record del nostro paese: in particolare sul versante finanziario (debito pubblico), demografico (denatalità) e sociale (accesso a opportunità e benessere). Ma la crisi in corso sta ulteriormente indebolendo i percorsi formativi e lavorativi, in particolare delle nuove generazioni.