Gender gap e formazione, nodi da sciogliere per il rilancio

La trascuratezza con cui in passato abbiamo gestito la questione demografica pone oggi il nostro Paese di fronte alla prospettiva di una drastica riduzione della popolazione attiva. Oltre al crescente carico della componente anziana (favorito dell’aumento della longevità), s’impone sempre più la necessità di far fronte anche all’indebolimento strutturale dell’offerta di forza lavoro (determinato dalla persistente denatalità). Un indebolimento che si candida a diventare il maggior vincolo alla crescita economica e alla sostenibilità sociale del Paese. Quanto esso diventerà grave dipende da due fattori interdipendenti, uno più quantitativo e l’altro più qualitativo.

La generazione esclusa dagli Stati Generali

C’è un Paese da reinventare, modernizzare, rendere più inclusivo. Per capire come farlo il premier Conte ha convocato a Villa Pamphili i rappresentanti delle istituzioni europee e i vertici delle organizzazioni sindacali, delle associazioni di categoria, delle parti sociali. C’è stato poi anche spazio per un incontro con alcuni comuni cittadini e qualche delegazione di giovani. C’è chi ha definito questi Stati Generali una passerella mediatica.

Un Paese che ha abolito i figli non può sperare nella rinascita

I paesi che non prendono sul serio la demografia ne pagano le conseguenze addebitandone i costi sul conto delle nuove generazioni. Costi che in Italia sono destinati a crescere in modo abnorme se non si interviene con politiche efficaci in grado di contrastare lo scadimento del rapporto quantativo e qualitativo tra vecchie e nuove generazioni.

There is no evidence of a COVID-19 baby boom in Europe – but there is of a bust

At the beginning of the SARS-CoV-2 pandemic there were hypotheses about whether the lockdown would result in a new ‘baby boom’. However, one of the consequences of this particular health emergency has been one of the most severe economic crises of the last century, with such events always being followed by a decline in fertility rates. So it is not surprising that the first empirical evidence available does not support the possibility of a lockdown baby boom.