E’ difficile fare politiche mirate ed efficaci se mancano dati basilari sulla realtà su cui si vuole intervenire. Un chiaro esempio riguarda la condizione dei giovani. Ne abbiamo sempre di meno e ne perdiamo sempre di più, nel senso che proprio non sappiamo dove sono e cosa fanno. Ci riferiamo in particolare a due categorie in forte crescita di under 35, identificate con termini non utilizzati nelle generazioni precedenti a testimonianza delle specificità che le caratterizzano. Si tratta dei Neet e gli Expat. In entrambi i casi sappiamo che non sono più a scuola e non sono nemmeno all’interno del mondo del lavoro italiano. Sono altrove, finiti fuori dal radar del sistema paese.
I diritti del futuro da rimettere al centro
Il divario tra un’Italia che resiste alla crisi e una che è stata lasciata scivolare sempre più ai margini è diventato sempre più visibile negli ultimi anni. Si sono estese le periferie del disagio, non solo urbane ma anche quelle rappresentate da alcune rilevanti componenti sociali che hanno perso progressivamente centralità all’interno dei processi decisionali e di sviluppo nel paese. Più che la recessione, a tener ampio tale divario è il fatto che negli ultimi decenni si è favorito chi aveva vecchie posizioni da difendere rispetto a chi ne aveva nuove da raggiungere; chi godeva di benessere accumulato in passato invece di chi poteva produrre nuovo benessere; i detentori dei privilegi dell’oggi anziché i cercatori di opportunità di domani. E quando il futuro diventa periferico sono immancabilmente le nuove generazioni a perderci.
L’abbondanza di nonni da trasformare in ricchezza sociale
Siamo entrati nell’era dell’abbondanza di nonni. Chi è oggi anziano è nato in un mondo ricco di fratelli e cugini, era quindi ampia soprattutto la dimensione orizzontale delle relazioni familiari. Nel corso di tre generazioni tale dimensione si è fortemente ridotta, mentre si sono estese e infittite le relazioni verticali. E’, infatti, notevolmente aumentata non solo la probabilità di trovare tutti i nonni in vita al momento della nascita, ma anche la possibilità di attivare un lungo e intenso rapporto con qualcuno di essi fin oltre la propria maggiore età.
Per favorire l’integrazione serve un progetto di crescita comune
In uno stesso quartiere della periferia di Milano abitano due famiglie molto diverse e molto simili. La prima è formata da due coniugi sessantenni in pensione con un figlio unico partito tre anni fa per Londra in cerca di migliori opportunità di lavoro. Per lui non è stato facile all’inizio, ma ora ha trovato un buon impiego e da un anno l’ha raggiunto anche la fidanzata.
La metropoli sempre più attrattiva per gli studenti
Quando ci si avvicina alle elezioni amministrative l’attenzione verso i giovani inizia a crescere. Le nuove generazioni sanno però distinguere chi cerca opportunisticamente il loro voto e chi genuinamente si rivolge a loro. Non a caso sono molto diffidenti rispetto alla politica e molto in sintonia con papa Francesco. La distinzione tra attenzione sincera e quella strumentale ha una componente sia emotiva che oggettiva. Conta il linguaggio, la capacità di toccare le corde giuste, ma anche quello che in concreto si fa, non solo “per” ma “con” loro.